venerdì 26 aprile 2013

A song..


ecco una canzone che si intitola proprio come il blog: Survival. E' una canzone composta e cantata dai Muse appositamente per i giochi olimpici di Londra 2012. Eccone il testo:
"Race, life’s a race
And I am gonna win
Yes, I am gonna win

And I’ll light the fuse
And I’ll never lose
And I choose to survive
Whatever it takes
You won’t pull ahead
I’ll keep up the pace
And i’ll reveal my strength
To the whole human race
Yes i am prepared
To stay alive
I won’t forgive, the vengance is mine
And i won’t give in
Because i choose to thrive

I’m gonna win

Race, it’s a race
But i’m gonna win
Yes i’m gonna win
And will light the fuse
I’ll never lose
And i choose to survive
Whatever it takes
You won’t ṗull ahead
I’ll keep up the pace
And i’ll reveal my strength
To the whole human race
Yes I’m gonna win

Fight! Fight! Fight! Fight!
Win! Win! Win! Win!

Yes I’m gonna win"


Measure units


Su suggerimento del nostro professore V. Marchis ecco una piccola analisi delle unità di misure della sopravvivenza. Innanzitutto ecco il link di un blog dove è già stato trattato l'argomento per quanto concerne alla lunghezza: http://sopravvivere.myblog.it/unita-di-misura/
Un'altra grandezza fondamentale della sopravvivenza è il tempo. Ecco un link su come viene misurato ai nostri giorni:  http://it.wikipedia.org/wiki/Ordini_di_grandezza_(tempo)
Fondamentale è sapere in che giorno ci si trova per capire in che stagione dell'anno ci si sta per imbattere, a che ora si vive per poter capire quante ore di sole ci rimangono ecc.
nel passato il tempo veniva misurato con clessidre, che non erano però utili per misurare brevi intervalli di questo. ancore più antiche sono le meridiane, che sono capaci di indicarci l'ora del giorno. questo argomento lo appofondirò successivamente, quando analizzerò come Robinson Crusoe risolse questo problema.
Molto più recente è invece il problema delle radiazioni, ma proprio in questo campo esiste un'unità di misura che indica il livello di sopravvivenza a quest'ultime: il Sievert. essa indica quanta radiazione viene assorbita dal corpo e di conseguenza gli effetti. ecco un link in cui si spiega come viene definita: http://it.wikipedia.org/wiki/Sievert



If my blog was a picture..

Ecco il quadro che ho scelto:



Questo quadro si chiama "Il Naufragio" ed è stato dipinto dal pittore romantico inglese William Turner nel 1805. Si tratta di un'olio su tela, attualmente conservato al museo Tate di Londra. L'anno scorso ho avuto l'occasione di ammirarlo dal vivo e mi ha colpito l'energia che il pittore riesce a trasmettere con le sue tele. Mostra chiaramente come sia necessario lottare per poter sopravvivere alla potenza della natura. Lo stesso Robinson Crusoe è più volte vittima di tempeste: la prima la si trova già  nel secondo capitolo!

"Intanto infuriava la procella, e il mare, ove io non mi era trovato giammai, divenne altissimo, benchè non quanto io l’ho veduto molto tempo dopo, e nemmen quanto lo vidi pochi giorni appresso; ma era abbastanza per atterrire allora un giovine navigatore come me; chè non sapeva nulla di tali cose. Io m’aspettava che ogni ondata ne avrebbe inghiottiti, e che ogni qualvolta il vascello cadeva (io così immaginava) entro una concavità apertasi tra un cavallone ed un altro, non ci saremmo rialzati mai più."

Anche il capitolo successivo è dedicato a una tempesta, la prima vera tempesta il cui un gruppo di navi, come descritto nel quadro, viene distrutto e la vita dei marinai è appesa a un filo.

"Allora infierì assai terribilmente la burrasca; allora cominciai a leggere la paura e l’avvilimento su i volti de’ medesimi marinai. Il capitano si dava con la massima vigilanza all’opera per preservare la nave; ma mentre or tornava nella sua camera, or ne veniva passandomi da vicino, potei udirlo quando disse parecchie volte fra sè medesimoDio, abbiateci misericordia! saremo tutti perduti, tutti morti! e cose simili. Durante i primi scompigli io rimaneva istupidito tuttavia nella mia camera, posta dinanzi alla paratia della grande, nè potrei descrivere qual fosse lo stato dell’animo mio. Mai sapeva in allora ripetere que’ primi atti di pentimento ch’io avea sì apertamente posto in non cale, e contro cui si era indurito il mio cuore; pensava che anche l’orrore della morte fosse passato; che anche questa tempesta finirebbe in nulla come la prima; ma quando lo stesso capitano venutomi da presso disse egli medesimo, come ho raccontato, che saremmo tutti perduti, non so esprimere quanto orridamente restassi atterrito."


Conceptual map..

Ecco il primo abbozzo di una mappa concettuale su cosa credo che sia la sopravvivenza e su quali aspetti cercherò di soffermarmi maggiormente in questi mesi del blog: